Sviluppato dal piccolo studio tedesco Just2D e pubblicato da Deck13, Drova Forsaken Kin si presenta come un action-RPG in 2D che riprende e omaggia i grandi classici del passato, ispirandosi a titoli come Morrowind, Baldur’s Gate 2 e, in particolare, Gothic. Vediamo come se la cava nella nostra recensione!
Drova Forsaken Kin, un paradiso o una prigione?
Drova Forsaken Kin è un titolo dalle tematiche e ambientazioni intrise di mitologia celtica e ci mette nei panni di un personaggio, editabile a nostro piacimento scegliendo tra una discreta gamma di opzioni, che per pura curiosità decide di seguire il druido del proprio villaggio e la sua apprendista dopo averli visti allontanare furtivamente.
Questa scelta metterà in moto una serie di eventi che lo porterà a ritrovarsi solo e disarmato nella mitica terra di Drova, un luogo misterioso che si rivelerà ben presto molto diverso da quanto le leggende lo avessero portato a credere.
Drova è infatti un mondo chiuso dal quale è apparentemente impossibile fuggire, abitato da mostri e creature di ogni tipo ma anche da un gran numero di esseri umani, divisi in due fazioni principali che si ritrovano in totale disaccordo su come relazionarsi con il mondo che li circonda.
Una grande libertà di scelta
Arriviamo al primo grande parallelismo con Gothic, in particolare con il primo capitolo della serie (qui la nostra recensione). Il personaggio che controlliamo, improvvisamente inserito in una società complessa e allo stesso tempo completamente estranea, dovrà necessariamente unirsi ad una delle due fazioni per sopravvivere in un mondo ostile.
Questa necessità è ulteriormente rafforzata dalla grande scarsità di armature in Drova Forsaken Kin, che, al contrario delle armi, sono per la maggior parte ottenibili unendosi ad una delle due fazioni e scalando le sue gerarchie, il che porta necessariamente ad alienare irreparabilmente i rapporti con l’altra.
Le due fazioni in questione, che ricalcano fortemente quelle di Gothic, sono basate rispettivamente sulla cooperazione e sulla trasformazione di Drova in una terra di pace e prosperità e sull’uso della forza per uscire dall’eterna prigione che Drova stessa rappresenta.
L’ideologia delle due fazioni si rispecchia anche nelle piccole interazioni con i rispettivi membri; ad esempio commettere un crimine come un furto o un’aggressione porterà alla necessità di pagare una multa nella fazione più “moderata”, pena l’impossibilità di conversare con chiunque, mentre nell’altra risulterà in una rissa con la vittima ed eventuali amici, finendo con lo sconfitto momentaneamente privo di sensi e depredato dei propri beni dal vincitore.
Un mondo aperto e ostile
Uno degli elementi migliori e allo stesso tempo più confusionari di Drova Forsaken Kin è il mondo di gioco, che, pur non essendo enorme è comunque molto ampio ed esplorabile con grande libertà, ad esclusione di alcune zone, spesso importanti a livello di trama; questo però porta alla possibilità di finire facilmente in aree di livello ben più alto del nostro, risultando in una sconfitta praticamente certa.
Si tratta di una precisa scelta di design, supportata anche dalla completa assenza di un indicatore per gli obiettivi delle varie missioni, che risulta in un’esperienza tipica di RPG vecchio stile in cui spetta al giocatore prestare attenzione alle conversazioni e ricordare ad esempio dove un particolare personaggio possa trovarsi in vari momenti del giorno.
Esiste infatti un ciclo giorno/notte ben gestito dal punto di vista dei personaggi umani, ciascuno con una propria routine e che possiamo in certi casi seguire per far proseguire alcune quest o semplicemente ascoltare conversazioni con i passanti. Non altrettanto definita è la routine dei mostri, che sono praticamente gli stessi e nelle stesse posizioni a qualsiasi ora.
Le creature sconfitte inoltre non respawnano praticamente mai, ad eccezione di specifici momenti della storia o di quest secondarie, rendendo l’esperienza ottenuta una risorsa preziosa e limitata, ma allo stesso tempo aumentando il significato di ogni nostra spedizione in una nuova area.
Un sistema di progressione complesso
Salire di livello non equivale però a un immediato aumento delle nostre statistiche; ogni livello corrisponde infatti a quattro punti apprendimento (ottenibili sporadicamente anche in altri modi legati all’esplorazione), una risorsa estremamente preziosa in Drova Forsaken Kin.
Per spendere tali punti dovremo infatti necessariamente trovare un insegnante, e spesso convincerlo, con denaro o completando determinate quest, che possa aumentare una delle tre statistiche principali (forza, destrezza e mente) fino ad un limite prefissato in base alle capacità dell’insegnante stesso o apprendere abilità più specifiche, come scuoiare gli animali, preparare pozioni o aprire serrature più complesse, proprio come in Gothic.
La somma delle tre statistiche di base corrisponde ad una sorta di livello aggiuntivo per il personaggio che permette o meno di equipaggiare determinate armi. Sebbene la forza aumenti il danno fisico, la destrezza la probabilità di critico e la mente il danno magico, per equipaggiare le armi non ci sono requisiti singoli per le varie statistiche, a contare è sempre e solo la loro somma.
Conclusione
Drova Forsaken Kin è un titolo in grado di fare la gioia di appassionati di uno specifico sottogenere di RPG, ma anche al di fuori di questa nicchia si rivela eccellente, specialmente per quanto riguarda l’interazione con i personaggi, alcuni di essi estremamente interessanti, ma anche il mondo di gioco in generale, che nasconde segreti, puzzle e una storia ben più ampia e profonda di quanto appaia a prima vista.
Drova Forsaken Kin è disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC. Se sei interessato all’acquisto del gioco, puoi farlo seguendo questo link su Steam!